Lo ha detto il Papa, ricevendo oggi in udienza i partecipanti all’Incontro promosso dall’Ufficio catechistico nazionale (Ucn) della Conferenza episcopale italiana nel 60° della sua istituzione, definito dal Pontefice “strumento indispensabile per il rinnovamento catechetico dopo il Concilio Vaticano II”. O tu stai con la Chiesa e pertanto segui il Concilio, e se tu non segui il Concilio o l’ interpreti a modo tuo, come vuoi tu, tu non stai con la Chiesa. “Per favore nessuna concessione a coloro che cercano di presentare una catechesi che non sia in accordo con il magistero della Chiesa“.
Papa Francesco ha deciso di istituire una Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani che sarà celebrata ogni anno nella quarta domenica di luglio, in prossimità della Festa dei Santi Anna e Gioacchino, i nonni di Gesù. Menzionando il Convegno di Firenze, ha detto: “Dopo cinque anni la Chiesa italiana deve ritornare a quel Convegno, deve cominciare un processo di Sinodo nazionale, comunità per comunità, diocesi per diocesi”.
“Non c’è vera catechesi senza la testimonianza di uomini e donne in carne e ossa”.
L’atteggiamento più severo, per custodire la fede senza il magistero della Chiesa, ti porta alla rovina. Di parlare il linguaggio fuori dalla Chiesa, sì, di questo dobbiamo avere paura.
Tutto è partito da una notizia pubblicata dall’edizione online di una rivista spagnola che si occupa di affari vaticani: nei prossimi giorni ci dovrebbe essere un’urgente e delicata operazione Papa Francesco per porre fine alle sue problematiche dovute a quella fastidiosa e dolorosa sciatalgia che attanaglia da mesi il Pontefice. “Anche i tempi attuali richiedono intelligenza e coraggio per elaborare strumenti aggiornati, che trasmettano all’uomo d’oggi la ricchezza e la gioia del kerygma, e la ricchezza e la gioia dell’appartenenza alla Chiesa“.
Infine il riferimento al difficile momento globale: “Il virus ha scavato nel tessuto vivo dei nostri territori, soprattutto esistenziali, alimentando timori, sospetti, sfiducia e incertezza”. Ha messo in scacco prassi e abitudini consolidate e così ci provoca a ripensare il nostro essere comunità. “Abbiamo capito, infatti, che non possiamo fare da soli e che l’ unica via per uscire meglio dalle crisi è uscirne insieme, riabbracciando con più convinzione la comunità in cui viviamo”.