Finanziamento pubblico ai partiti anche con bilanci taroccati

“Vergogna”. Hanno lanciato banconote da 500 euro (false) in aula i deputati del Movimento Cinque Stelle per attirare l’attenzione su una leggina, passata ieri, che concede i finanziamenti pubblici ai partiti anche senza “bilanci puliti”.

Il pasticcio si deve a una vecchia norma del governo Letta, che abolendo il finanziamento pubblico a partire dal 2017, ha però imposto che le somme concesse ai diversi partiti siano erogate soltanto dopo il via libera di una Commissione di garanzia degli statuti per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici, composta da 5 membri designati dai vertici delle tre massime magistrature.

Il finanziamento pubblico ai partiti torna così in primo piano nello scontro politico. Grillo è tornato a farsi vedere dalle parti di Montecitorio con una conferenza stampa in cui, accompagnato da Luigi Di Maio da lui definito “il leader”, ha presentato la proposta del reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del movimento. Ma la stessa Commissione, che doveva ultimare i lavori lo scorso 30 giugno, per problemi di organico ha dovuto alzare le mani, dichiarando di non essere in grado di adempiere al proprio compito, mettendo così a rischio la possibilità per i partiti di incassare le preziose risorse.

“In sostanza, non è successo niente, è sempre tutto a posto per i partiti che dimostrano come, quando di mezzo ci sono i loro interessi, le leggi viaggiano a tempi record”. La protesta in aula è scoppiata al momento del voto finale della legge che prevede anche la cassintegrazione retroattiva, al febbraio 2014, per i dipendenti del Pdl non riassorbiti da Forza Italia e attualmente senza stipendio.

“Semplicemente non hanno diritto ad alcun finanziamento perché non hanno depositato alcun documento relativo al bilancio, e non rispettano quanto previsto dalla legge”. Nel 2001 lo Stato ha versato nelle casse dei partiti 476 milioni di euro nonostante le spese certificate fossero 49 milioni; il record si è toccato nel 2008 con 503 milioni dati per “soli” 110 milioni spesi.

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