Nel 2019 era riuscito a fuggire dal carcere di Montevideo, in Uruguay, mentre era in attesa dell’estradizione in Italia. L’operazione è stata coordinata dalle procure distrettuali di Torino e di Reggio Calabria.
La caccia per la sua cattura iniziò da allora, quando venne messo su un gruppo di specialisti presso il Comando del Ros dei Carabinieri in collegamento con i magistrati della Dda reggina. “Il successo di questa brillante operazione è la prova dell’incessante lavoro, in Italia e in complesse attività investigative internazionali, svolto silenziosamente dalle nostre forze di polizia, sempre al servizio dei cittadini” ha commentato Guerini.
Pasquino e Morabito, rispettivamente di Torino e di Reggio Calabria, erano inseriti tra i latitanti di massima pericolosità facenti parte del “programma speciale di ricerca” e nell’elenco dei latitanti pericolosi stilato dal ministero dell’Interno.
Il narcotrafficante Vincenzo Pasquino, 35 anni, è stato catturato in Brasile, dove era latitante almeno dal 2019.
“Catturati dai Carabinieri del Ros in Brasile il superboss della ‘ndrangheta e narcotrafficante Rocco Morabito, numero due tra i 100 più ricercati dopo Messina Denaro, e il latitante Vincenzo Pasquino“.
Morabito è cugino del boss Giuseppe Morabito, detto “‘u tiradrittu’: “ha gestito, secondo gli inquirenti, un gigantesco traffico di droga che dal Sudamerica si diramava verso la Sicilia, quindi la Lombardia e la Calabria, inondando l’Italia di cocaina. Il suo nome è conosciuto anche a Milano dove a 25 anni ha iniziato a costruire il suo impero fondato sul traffico della coca. “Tanta gente qui sta morendo”.
Rocco Morabito è stato arrestato in un albergo di Joao Pessoa, capitale dello stato di Paraiba, assieme ad altri due stranieri, secondo quanto ha rivelato il ministro della Giustizia brasiliano, Anderson Torres.
“Ora mi trovo lontano dai miei cari e odio avere creato tanti problemi a loro e non so neppure se con questo virus stiano bene – scriveva il 30enne narcos torinese – Chieda scusa per me ai miei famigliari per quello che ho fatto ed anche ai giudici”.