Nella Giornata mondiale contro l'Aids in programma sabato 1 dicembre sono in calendario numerosi incontri informativi e di sensibilizzazione per i cittadini.
Una situazione su cui incide anche una percezione del rischio da Hiv ancora molto confusa, una scarsa propensione a ricorrere al test e un mancato uso del profilattico, che tra i giovanissimi può superare il 50%, come segnala la Lega italiana per la lotta con l'aids (Lila).
Nel 2017 in Italia sono state segnalate 3.443 nuove diagnosi di infezione da HIV pari a 5,7 nuovi casi per 100.000 residenti, un dato in linea con la media europea. L'età minima è di 17 anni. Nel 2017 ci sono state 3443 nuove infezioni da Hiv e riguardano soprattutto la sfera eterosessuale e non omosessuale. "La modalità di trasmissione principale tra le nuove diagnosi è con i rapporti eterosessuali". La Lombardia la regione con il maggior numero di diagnosi (20.000), insieme a Lazio, Emilia Romagna, Liguria e Toscana.
Considerare un'infezione come l'Hiv debellata o comunque in calo costante è stato un errore madornale.
L'incidenza (casi/popolazione) delle nuove diagnosi di Hiv mostra una leggera diminuzione tra il 2012 e il 2015, con un andamento pressoché stabile dopo il 2015 - si legge -.
"Con 3500 nuovi casi nel 2017, i dati della trasmissione del virus dell'HIV in Italia restano allarmanti, soprattutto nelle fasce più giovani - spiega il Segretario provinciale Manuel Tropenscovino -".
Per sapere se si è stati contagiati dall'HIV è sufficiente sottoporsi al test specifico per la ricerca degli anticorpi anti-HIV che si effettua attraverso un normale prelievo di sangue. L'incontro è fondamentale per combattare i pregiudizi che ancora alcuni hanno in tema di HIV e per sfatare il mito del collegamento tra orientamento sessuale e HIV che ancora viene a sproposito proposto. Questo comportamento porta alla diffusione anche inconsapevole dell'infezione e ad un ritardo nell'accesso alle cure. "Iniziare la terapia antiretrovirale precocemente è un vantaggio sia in termini di sopravvivenza che di qualità della vita".
Perché tutti siamo potenzialmente a rischio!
Uno dei progetti proposti, tra gli altri, è I love Safe Sex, progetto del Piano Regionale di Prevenzione 2014-2019 che prevede, anche tramite l'omonima applicazione (scaricata nel 2017 da quasi 6.000 ragazzi), un approccio moderno per lo sviluppo della capacità di apprendimento e soprattutto di orientare verso comportamenti corretti e rendere i ragazzi protagonisti del proprio percorso di vita.
Una buona notizia, che potrebbe essere ancora migliore se le persone arrivassero in tempi più rapidi a scoprire di avere contratto l'infezione, poiché la diagnosi precoce consente di attivare tempestivamente cure efficaci; invece, 1 malato su 2 ancora oggi scopre di essere positivo nella fase avanzata dell'infezione o quando è già in Aids conclamato.