Si tratta delle pensioni che riguardano tutto il settore pubblico, scuola inclusa, e che presenta un aumento dell'8,4% rispetto alle pensioni erogate nel 2016.
Inoltre, sono 2,8 milioni le pensioni dei dipendenti pubblici in vigore al 1 gennaio 2018, in aumento dello 0,7% rispetto all'anno precedente. Le pensioni di vecchiaia liquidate nel 2017 sono state appena l'11,8% del totale mentre quelle di inabilità sono state il 6,1% del totale.
Il 59% dei trattamenti pensionistici vigenti è erogato dalla a dipendenti dello Stato, seguiti dalla Cassa dagli Enti locali con il 37,8%.
Se si guarda al totale delle pensioni dei dipendenti pubblici vigenti (2,86 milioni), infatti, gli assegni che sono stati erogati per vecchiaia sono appena il 13,4% del totale a fronte del 56,8% erogati per pensioni di anzianità e anticipate.
Quindi questi dati confermano che la maggior parte dei lavoratori italiani - questo caso i dipendenti pubblici - va in pensione non appena possibile utilizzando gli strumenti che gli consentono di smettere di lavorare in anticipo. Lo certifica l'Osservatorio Inps che registra come gli assegni vigenti all'1.1.2018 ammontino complessivamente a 58.043 di cui 55.666 a carico del fondo dei lavoratori dello spettacolo e 2.377 del fondo degli sportivi professionisti. Le pensioni ai superstiti rappresentano il 30,5% del totale come numero e il 16% come importo.
Ad oggi si può andare in pensione anche con meno anni di lavoro: per la pensione di vecchiaia sono sufficienti 20 anni di contributi versati, ma a fronte di un'età anagrafica di 66 anni e 7 mesi (67 anni dal 2019). Esiguo il numero delle pensioni erogate all'estero, pari allo 0,1% del totale.
Sul totale delle pensioni pubbliche liquidate nel 2017 (124.464), poco più della metà (il 51,6%), sono assegni di anzianità o anticipate con importi complessivi annui pari a 2.201,6 milioni di euro (65,8% del totale).
L'età media complessiva dei titolari di pensioni di vecchiaia e anzianità/anticipate è di 73,6 anni sia per gli uomini che per le donne; quella dei titolari di pensione di inabilità si discosta di oltre tre anni tra i due sessi (70,8 per gli uomini e 73,9 per le donne); infine l'età media della categoria superstiti è molto differenziata tra i due sessi, essendo pari 71,3 anni per gli uomini e a 78,6 anni per le donne.