"Nessuno è straniero nella comunità cristiana" scrive Francesco in un tweet nel giorno in cui ha pubblicato il suo Messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che sarà dedicata quest'anno ai minori.
"Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato" (Mc 9,37; cfr Mt 18,5; Lc 9,48; Gv 13,20). Nel metterci a servizio dei più bisognosi sperimentiamo di essere già uniti: è la misericordia di Dio che ci unisce", ha detto il Papa tra nuovi applausi. Ma d'altra parte, non si possono nascondere gli elementi positivi che i cattolici possono rintracciare nel contributo che la Riforma ha dato alla riscoperta del Vangelo di Gesù Cristo.
I danni, per i più piccoli, sono enormi: "Tra i migranti, i fanciulli costituiscono il gruppo più vulnerabile perché, mentre si affacciano alla vita, sono invisibili e senza voce: la precarietà li priva di documenti, nascondendoli agli occhi del mondo; l'assenza di adulti che li accompagnano impedisce che la loro voce si alzi e si faccia sentire". Il Papa ringrazia per il cammino fatto, "perché oggi, luterani e cattolici, stiamo camminando sulla via che va dal conflitto alla comunione. Ad esso è connesso un comandamento di Dio: "Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d'Egitto" (Esodo 22,20)". La linea di demarcazione tra migrazione e traffico può farsi a volte molto sottile. Ma la spinta più potente allo sfruttamento e all'abuso dei bambini viene dalla domanda. "Con tanta gratitudine - confida il Papa - guardiamo agli organismi e alle istituzioni, ecclesiali e civili, che con grande impegno offrono tempo e risorse per proteggere i minori da svariate forme di abuso". Poi intensificando la collaborazione tra i migranti e le comunità che li accolgono, creando "reti capaci di assicurare interventi tempestivi e capillari". Francesco chiede dunque di "lavorare per l'integrazione dei bambini e dei ragazzi migranti".
Papa Francesco rilancia l'allarme globale sulle migrazioni che oggi "vanno sempre più assumendo le dimensioni di una drammatica questione mondiale" e denuncia "le piaghe aberranti" che si infliggono ai minorenni. La loro condizione "è ancora più grave quando si trovano in stato di irregolarità o quando vengono assoldati dalla criminalità organizzata", spiega il pontefice: "Allora essi sono spesso destinati a centri di detenzione. Non è raro, infatti, che vengano arrestati e, poiché non hanno denaro per pagare la cauzione o il viaggio di ritorno, possono rimanere per lunghi periodi reclusi, esposti ad abusi e violenze di vario genere".
"Il diritto degli Stati a gestire i flussi migratori e a salvaguardare il bene comune nazionale deve coniugarsi - ribadisce Francesco - con il dovere di risolvere e di regolarizzare la posizione dei migranti minorenni, nel pieno rispetto della loro dignità".
Il Pontefice lancia anche un "accorato appello" affinché "si adottino soluzioni durature" per i minori migranti. I bambini, afferma il Papa, "sono i primi a soffrirne, subendo a volte torture e violenze corporali, che si accompagnano a quelle morali e psichiche, lasciando in essi dei segni quasi sempre indelebili". È assolutamente necessario, pertanto, affrontare nei Paesi d'origine le cause che provocano le migrazioni. "Questa - ha aggiunto Bergoglio - non è una cosa dei libri ma dei giornali di tutti i giorni" ed è "la malattia, si può dire anche il peccato, che Gesù condanna di più, è ipocrisia". La domanda - ha poi continuato riepilogando la domanda - diceva "per lei quali sono i più grandi riformatori della Chiesa o delle Chiese, della storia": io dirò che i più grandi riformatori della Chiesa sono i santi, cioè gli uomini e le donne che seguono la parola del Signore e la praticano, andare, andare per quel cammino, questo riforma la Chiesa, e questi sono i grandi riformatori, forse non sono teologi, non hanno studiato, magari sono gente umile, ma questi che hanno l'anima bagnata, piena del Vangelo, sono quelli che riformano bene la Chiesa.